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Lazio-Triestina 1-1, brilla Guendouzi, ma si ferma Romagnoli

Lazio Triestina
Getty Images

La Lazio di Marco Baroni fa il tris: terza amichevole prestagionale nel ritiro di Auronzo di Cadore, che si chiude proprio con la gara contro la Triestina. Un match di livello alto per i biancocelesti, che affrontano una certezza del campionato di Lega Pro.

Il risultato si sblocca all’8′: rigore per la Lazio per un fallo su Patric e Guendouzi, dal dischetto, non perdona, calciando di potenza col destro a incrociare alto. Prima frazione molto positiva per Noslin, che viene fermato, però, due volte dal palo. Nella ripresa, la Lazio sembra gestire, ma all’81’ uno sfortunato Lazzari beffa il suo portiere Mandas, siglando l’autogol del pareggio.

Lazio-Triestina: Patric capitano

Marco Baroni sceglie ancora il 4-3-3. In porta c’è la sicurezza di Provedel, protetto da Marusic, Romagnoli, Patric (con la  fascia da capitano) e Hysaj. A centrocampo, Rovella in cabina di regia, con Guendouzi e Vecino ai lati. Isaksen e Tchaouna sono le due ali, con Noslin centravanti in attacco. Nota negativa, però, l’infortunio muscolare che colpisce Romagnoli e lo costringe ad abbandonare il campo poco prima del 40′: al suo posto, dentro Casale.

Nella ripresa, Baroni sceglie Mandas in porta, con Pellegrini e Lazzari come terzini e al centro confermato Patric insieme a Casale. In mediana c’è ancora Rovella a dirigere il centrocampo, affiancato da Akpa-Akpro. Leggermente più avanzato Basic. In attacco Zaccagni a sinistra, Cancellieri a destra e ancora Noslin come vertice offensivo.

Dall’ora di gioco, però, Baroni continua la sua girandola di cambi: Ruggieri per Patric, Castellanos per Noslin. All’86’ ultimo cambio del match: Rovella lascia il campo al classe 2006 Sanà Fernandes.

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Lazio-Triestina: la chiave è il centrocampo

Molto positivo Isaksen. In fase di costruzione, svaria sulla fascia e si propone con volontà anche lontano dall’area di rigore, per dirigere il gioco e trovare varchi per imbastire il gioco corto. In zona gol si mostra particolarmente fiducioso, non disdegnando il colpo dalla distanza. Tchaouna si muove soprattutto in ampiezza, garantendo profondità alla Lazio e muovendosi su entrambe le fasce con naturalezza. Nella ripresa, Zaccagni e Cancellieri si muovono maggiormente verso il centro, cercando la conclusione o l’assist in verticale per il centravanti. Con Castellanos, inoltre, l’area si riempie ed aumentano i traccianti aerei.

Buona prova di Noslin, che gioca da centravanti mobile, scendendo anche a livello dei centrocampisti per prendere palla e liberare lo spazio per far le mezzeali e gli esterni. Dalla panchina, il tecnico biancoceleste è stato pizzicato tante volte mentre invita il suo numero 14 a puntare l’uomo.

Guendouzi calpesta una posizione più avanzata degli altri due centrocampisti: fa il trequartista ed aggredisce molto in pressing alto. La Lazio sceglie spesso la soluzione del cross e il francese è uno dei principali bersagli, insieme a Noslin, dei cross di Hysaj e Marusic.

Tra i centrocampisti, Rovella è quello che resta tendenzialmente più arretrato e funge da regista difensivo; Vecino, invece, galleggia spesso tra le ali e il centravanti in fase di possesso e arretra sulla linea di Rovella in fase di non possesso. L’ingresso di Akpa-Akpro per l’uruguagio comporta una mediana più tecnica e cerebrale, anche se meno offensiva.

La coppia di difesa gioca molto in larghezza, ma resta tendenzialmente arretrata. Compiti di regia affidati soprattutto a Romagnoli, in assenza di Gila. Nella ripresa, l’ingresso di Casale aumenta le responsabilità dello spagnolo e la Lazio costruisce in orizzontale con entrambi i centrali.

Lazio-Triestina: senza Taty, a Guendouzi il rigore

In assenza di Castellanos, che dovrebbe essere il tiratore designato, all’8′ Guendouzi si incarica della battuta del penalty e lo trasforma. Nicolò Rovella si è occupato di calciare i corner. Nella ripresa, sa segnalare una punizione dalla destra calciata da Zaccagni a spiovere sul secondo palo.

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