Pulisic, che fine hai fatto: il calo di Captain America al fantacalcio
Christian Pulisic, dopo un inizio da assoluto top, sta attraversando un periodo complicato, anche a causa di qualche infortunio di troppo. L’ultimo è arrivato ieri contro l’Atalanta, che il Milan ha perso e in cui Pulisic ha portato a casa un 6 in pagella. Con un bottino di 5 gol e 3 assist in 14 partite, l’americano è stato per tanto tempo il migliore centrocampista del fantacalcio, mantenendo ritmi incredibili. Lo dimostrano le sette partite consecutive a bonus, tra la seconda e l’ottava giornata.
Poi, all’improvviso, qualcosa si è spento. Dal rinvio di Bologna-Milan, il numero 11 rossonero ha smesso di brillare ed è pian piano calato al fantacalcio. Non è un crollo a picco: finora si contano solo due insufficienze in stagione, di cui una col Torino alla prima giornata, ed una con il Napoli, da subentrato. Ma quella che è venuta meno è la continuità di rendimento. Attualmente, con una fantamedia di 7,82, è il quarto centrocampista per fantamedia, dietro Orsolini, Zaccagni e Weah. Rispettivamente primo, secondo e terzo.
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Cercasi Pulisic: il motivo del calo sta nell’infortunio
Il calo di Pulisic, seppur non previsto, era un aspetto quantomeno preventivabile per una serie di fattori. In primis, la poca sicurezza fisica dell’americano, da sempre tendente agli infortuni o a problemi fisici che, se non lo fermano, perlomeno lo debilitano. Nelle ultime sei gare, è partito due volte dalla panchina perché non al meglio. E contro l’Atalanta, nell’ultimo match disputato, è rimasto in campo per appena 37′, prima di uscire tra lo spavento dei tifosi rossoneri.
Questo non toglie che sia un giocatore sicuramente di altissimo livello al fantacalcio e resti un primo slot. Ma è sicuramente un aspetto da valutare. La scorsa giornata, ha avuto il suo primo calo stagionale in quotazione: la quota di 29 iniziale aveva toccato il tetto dei 35, per abbassarsi a 34. E questo aspetto, apparentemente insignificante, in realtà vale tanto, perché evidenzia l’esigenza di avere un altro giocatore, un secondo slot, molto affidabile in rosa, per non pesare troppo sul calciatore statunitense, che tra viaggi con la nazionale e un fisico non propriamente performante in alcuni momenti, si concede dei passaggi a vuoto.